16 ottobre 1943

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la deportazione degli ebrei di Roma

 

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16 ottobre 1943, il rastrellamento di Roma e l'eroismo di Dora Focaroli

Un convegno per ricordare l'«angelo del ghetto», infermiera all'Ospedale israelitico, che insieme al maresciallo Gennaro Lucignano salvò dalla deportazione centinaia di ebrei italiani

da Roma Sette, del 20/05/2019
di Michela Altoviti

Nel giorno del 28° anniversario della sua morte ieri, 16 maggio, è stato reso omaggio a Dora Focaroli, l’infermiera reatina che durante l’occupazione nazista a Roma ebbe un ruolo fondamentale nella protezione e nel salvataggio dalla deportazione di centinaia di italiani di religione ebraica. In memoria dell’«angelo del ghetto», come venne definita, ha avuto luogo presso il Centro di cultura ebraica “I Pitigliani” di via Arco de’ Tolomei, accanto all’Isola Tiberina, un convegno organizzato dall’Ospedale israelitico in collaborazione con il Dipartimento per i beni e le attività culturali della Comunità ebraica di Roma e con l’Associazione pazienti diabetici intitolata proprio a Focaroli. Presenti in sala anche una nipote dell’infermiera e Massimo Tocchio, assessore del Comune di Borbona che nel 1915 le diede i natali.

«Dora Focaroli, accolta nel personale della nostra struttura dal 1934 al 1965 prima come infermiera e poi come ostetrica – ha detto aprendo i lavori Bruno Sed, presidente dell’Ospedale israelitico – rappresenta per noi un modello da perseguire sotto il profilo professionale e umano perché sintetizza i due aspetti caratterizzanti il nostro operare: non solo fornire prestazioni efficaci, rimanendo virtuosi, ma farci anche carico della persona con spirito di servizio». Cattolica, poi convertita alla religione ebraica nel 1978, Dora Focaroli il 16 ottobre 1943, giorno del rastrellamento del ghetto di Roma, riconosciuta la gravità della situazione, «decise di intervenire trasferendo dal suo nosocomio i malati meno gravi e in grado di deambulare presso il vicino ospedale Fatebenefratelli – ha ricostruito Claudio Procaccia, direttore del Dipartimento per i beni e le attività culturali della Comunità ebraica di Roma – mentre quelli più gravi vennero condotti all’ospedale San Camillo, allora denominato Littorio, con un’ambulanza della Croce rossa italiana». Il suo eroismo «è emblematico – ha continuato – perché Dora mise a rischio la propria esistenza, pur potendo evitarlo, semplicemente per seguire la propria coscienza e rispondere a un imperativo morale che si scontrava con il processo di de-umanizzazione messo in atto dai nazisti».

Nei mesi successivi alla retata, «pur con l’aggravarsi delle conseguenze dell’occupazione, la coraggiosa infermiera – ha chiosato Pier Luigi Guiducci, docente di Storia della Chiesa alla Pontificia Università Lateranense – continuò a operare in difesa degli ebrei del ghetto, anche in sinergia con i frati Minori del vicino convento di San Bartolomeo», ma questa rete di solidarietà verso i perseguitati «non poteva passare inosservata agli occhi della Polizia Fluviale che proprio all’Isola Tiberina aveva una postazione strategica comandata dal maresciallo Gennaro Lucignano». Col compito di controllare i barconi sul Tevere e vigilare sulle sponde, il militare originario di Pozzuoli «aveva l’obbligo di arrestare coloro che proteggevano gli avversari del regime fascista – ha riferito l’esperto – e tuttavia non fece rapporto dell’operato di Dora ai suoi superiori ma anzi ottenne per lei i i permessi per agire durante le ore di coprifuoco, riuscendo così a nascondere con lei alcune famiglie di ebrei sfollati, fino al momento della liberazione».

A questi «campioni di solidarietà e umanità – ha concluso Guiducci – sono stati riconosciuti i meriti con medaglie e riconoscimenti ma i loro nomi sono ancora poco noti ed è quindi importante impegnarsi per onorare e mantenere viva la loro memoria». Al comandante Lucignano venne conferita nel 1949 una medaglia d’argento al merito mentre Dora Focaroli è stata riconosciuta come “Giusta tra le nazioni” e insignita della specifica onorificenza che, fin dal 1962, lo Yad Vashem, l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Israele, attribuisce a tutti i non ebrei che rischiarono la propria vita, senza interesse personale, per salvare gli ebrei dal genocidio nazista.

Tags: memoria, ebrei, deportazione, testimoni, occupazione nazista

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