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Quelle «pietre» sono testimoni

Senato «La memoria e l' immagine»

da Corriere della Sera, del 16/10/2011
di Paolo Fallai

Solo la malafede può mettere in discussione il dovere della memoria nei confronti della Shoah e dei campi di sterminio nazisti. Ma proprio tra i più impegnati e coerenti nell' informare le generazioni più giovani di quanto è accaduto, esiste da tempo un meritorio dibattito su come trasmetterla. Perché non sempre è possibile ascoltare Piero Terracina, unico scampato della sua famiglia, alla razzia del 16 ottobre 1943, e il coraggio con cui - ancora oggi - combatte la commozione e il dolore del ricordo, per parlare ai ragazzi. Per portare il suo sacrosanto «io non perdonerò mai», accompagnandolo ad un' accusa implacabile che vale come ammonimento: «Noi abbiamo vissuto l' inferno, noi abbiamo visto, noi possiamo testimoniare: SS naziste e fascisti che rastrellavano gli ebrei sapevano che vecchi, donne e bambini andavano a morire». In questa settimana di ricordi Piero Terracina - insieme ad Alberta Levi Temin - ha ripetuto il racconto in una sede nobile e istituzionale: la Sala Zuccari del Senato. Qui - accolti dal presidente Renato Schifani e dalla senatrice Silvana Amati - è stato presentato il progetto «Pietre d' Inciampo» terzo appuntamento del percorso culturale «La memoria e l' immagine», promosso dall' Osservatorio della fotografia, Assessorato alla Scuola della Provincia di Roma in collaborazione proprio con il Senato, nella ricorrenza della deportazione degli ebrei di Roma del 16 ottobre del 1943. Un progetto vivo e vivace che ha coinvolto molte scuole della nostra città, dalla media Giuseppe Gioachino Belli, al liceo classico Visconti ai giovani dell' Istituto Rossellini che hanno presentato una selezione del loro lavoro fotografico sulla posa anche a Roma delle pietre create dall' artista tedesco Gunter Demnig in memoria di cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. Un progetto - ha ricordato Adachiara Zevi - che proseguirà anche quest' anno, portando a 155 in dieci municipi le «pietre» che ricordano la deportazione. L' incontro è stato anche una occasione per un ricordo commosso di Tullia Zevi e Ida Marcheria, testimone della Shoah, scomparsa da pochi giorni. «L' antipatia per la diversità, l' odio razziale, la xenofobia, avvelenano l' aria e turbano le coscienze, determinando a volte episodi di violenza inaccettabile. Occorre pertanto conoscere la storia, conoscere il passato, senza il quale non esiste né presente né futuro» ha detto il presidente del Senato Renato Schifani. Le «Pietre d' Inciampo» sono piccole targhe d' ottone della dimensione di un sanpietrino che vengono poste davanti all' abitazione dei deportati in diversi Paesi europei. «Non è solo un ricordo - ha detto, commossa, Alberta Levi Tamin - è un modo per restituire loro il nome, affermare che non sono dimenticati, riportarli a casa».

Tags: memoria, shoah, giovani, testimoni